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La notizia del nuovo metodo per fissare le immagini arrivò presto in Italia, in particolare all’Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, dove il 2 settembre 1839 il “preparatore delle lezioni di fisica”, Tito Puliti (1809-1870), eseguì un esperimento di dagherrotipia: si trattava della prima riproposizione italiana della sorprendente dimostrazione parigina. Nell’ottobre dello stesso anno, i risultati ottenuti da Puliti con lo “specchio dotato di memoria” furono presentati a Pisa nella Prima Riunione degli Scienziati Italiani. Anche se altri ricercatori – come Francesco Zantedeschi (1797-1873) a Venezia e Macedonio Melloni (1798-1854) a Napoli – seguirono l’esempio di Puliti, Firenze rimase la principale protagonista della ricerca nel campo della fotografia scientifica.

 

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