Il sogno del doppio tecnologico

“Seguìan l’orrido rege, e a dritta e a manca
il passo ne reggean forme e figure
di vaghe ancelle, tutte d’oro, e a vive
giovinette simili, entro il cui seno
avea messo il gran fabbro e voce e vita
e vigor d’intelletto e delle care
arti insegnate dai celesti il senno.”
Omero, Iliade, XVIII, 573-579

Anche se la robotica è una conquista degli ultimi decenni, l'idea di costruire macchine a immagine e somiglianza dell'uomo percorre i secoli da tempi remoti. Nel mondo classico troviamo almeno due miti che riguardano la creazione di automi: Efesto e Prometeo. Efesto, il dio fabbro, creò il gigante Talos, un automa guerriero, e ne fece dono a Minosse come guardiano di Creta (in una diversa variante del mito, fu Zeus a creare Talos e a donarlo a Europa). Omero, nell'Iliade, ci racconta di automi donna forgiati da Efesto. Il mito di Prometeo creatore pervade il nostro immaginario da millenni, incarnando il sogno di un doppio artificiale, dalle Metamorfosi di Ovidio a Boccaccio, la cui opera sarà di ispirazione per le immagini rinascimentali del mito: tra queste, le tavole dipinte da Piero di Cosimo nei primi anni del Cinquecento.