Crediti
Pescare nel fango
Il Museo e l'alluvione



Museo Galileo, Firenze, 20 giugno-20 novembre 2016

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L'alluvione

Dopo tre giorni di pioggia eccezionalmente intensa sul Nord e Centro Italia, il 4 novembre 1966, verso le sei del mattino, dopo aver già invaso alcuni quartieri della città attraverso le fognature, l'Arno ruppe definitivamente gli argini. Alcuni curiosi informati della notizia raggiunsero la terrazza panoramica di Piazzale Michelangelo per osservare con stupore i gorghi che trascinavano via le macchine parcheggiate in Piazza Cavalleggeri, sede della Biblioteca Nazionale Centrale, e Piazza dei Giudici, sede dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza. Il livello dell'acqua cominciò a calare lentamente verso sera. A ritiro completo nel proprio alveo, il fiume si lasciò dietro trentacinque vittime, scantinati allagati e spessi strati di fango intriso della nafta fuoriuscita dagli impianti di riscaldamento.

4 novembre 1966: Palazzo Castellani

4 novembre 1966: veduta da Piazzale Michelangelo

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4 novembre 1966: Palazzo Castellani alluvionato

4 novembre 1966: Palazzo Castellani alluvionato

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Insegna di magistrato del 1577

Insegna di magistrato del 1577

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Il museo com'era

Situato a Palazzo Castellani dal 1930, alla vigilia dell'alluvione l'Istituto e Museo di Storia della Scienza occupava metà edificio. Gli strumenti scientifici erano distribuiti su tre piani. Parzialmente inaccessibile, il seminterrato accoglieva poche sale dedicate alle applicazioni tecnologiche. Oltre ad altri ambienti espositivi (chimica, farmacia, medicina, ecc.), il piano terreno ospitava l'appartamento di Maria Luisa Righini Bonelli (1917-1981), dal 1961 direttrice del Museo. La parte più antica delle collezioni, comprendente i cimeli galileiani, era esposta al primo piano. Il resto del palazzo (secondo e terzo piano) ospitava l'Accademia della Crusca e la Deputazione di Storia Patria. La peculiare dislocazione delle collezioni comportò danni ingenti, ma non tali da compromettere il futuro del Museo.

Palazzo Castellani

Palazzo Castellani e l'Arno, ca. 1955

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Sala di farmacia e chimica al piano terreno

Sala di farmacia e chimica al piano terreno (attuale bookshop)

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Storte esposte lungo la scala di accesso al piano seminterrato

Storte esposte lungo la scala di accesso al piano seminterrato, ca. 1955

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Danni e salvataggi

La "propaganda Bonelli"

Figura di rilievo fra gli studiosi di strumenti antichi, Maria Luisa Righini Bonelli si prodigò per salvare il salvabile. Le cronache ricordano che non esitò a inerpicarsi sui cornicioni di Palazzo Castellani per trasferire oggetti alla contigua Galleria degli Uffizi, allora collegata all'edificio del Museo da un passaggio soprelevato. Consapevole che l'invisibilità porta all'oblio, seppe trasformare la grave calamità in occasione per richiamare l'attenzione della stampa sull'Istituto e Museo di Storia della Scienza. Un aspetto curioso di questa "propaganda" è costituito da alcune fotografie della direttrice in posa con in braccio la lente e i telescopi di Galileo, che non erano a rischio alluvione. Oltre a mobilitare una rete di contatti internazionali, agli inizi del 1967 Righini Bonelli fondò l'Accademia degli Infangati per riconoscere il ruolo dei cosiddetti "angeli del fango".

 

 

La rinascita

I danni subiti dalle collezioni e la "propaganda" della direttrice Maria Luisa Righini Bonelli sensibilizzarono le autorità sul rischio insito nella particolare dislocazione del Museo di Storia della Scienza. I preziosi strumenti scientifici antichi non potevano essere ricollocati in ambienti raggiungibili dall'Arno. Dopo il 1972, con il trasferimento dell'Accademia della Crusca nell'attuale sede della Villa Medicea di Castello, il Museo assunse la fisionomia di massima conservata nell'attuale riallestimento inaugurato nel 2010, con il primo piano dedicato alle collezioni medicee e il secondo agli strumenti lorenesi. In caso di emergenza, i pochi oggetti originali oggi esposti ai piani terreno e seminterrato possono essere rapidamente trasferiti al sicuro.

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Secondo piano: sala delle macchine elettriche, ca. 1975

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Secondo piano: sala degli strumenti chirurgici del Brambilla, ca. 1975

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Crediti

Mostra promossa da

Museo Galileo

 

Con il patrocinio del

Comune di Firenze

 

A cura di
Elisa Di Renzo, Giorgio Strano, con Andrea Bernardoni

Coordinamento generale
Museo Galileo: Laura Manetti

Grafica di mostra
Museo Galileo: Monica Tassi

Slide show e montaggio filmati
Museo Galileo–Laboratorio Multimediale: Monica Tassi, Fabio Corica

Sito web
Museo Galileo–Unità Web: Iolanda Rolfo (coordinamento), Leonardo Curioni, Elena Fani, Roberta Massaini

Fotografie e filmati
Archivi Alinari, Firenze
Archivio Fotografico del Museo Galileo
Archivio Foto Locchi, Firenze
Rai Teche, Roma

Traduzione inglese
Lisa Chien

Allestimento
Civita–Opera Laboratori Fiorentini: Donata Vitali
Museo Galileo: Teresa Saviori

Attività didattiche
Museo Galileo: Andrea Gori (coordinamento), Maria Cecilia Foianesi, Carmen Gagliardi, Karen Giacobassi, Stefano Lecci, Andrea Rabbi, Paola Scortecci

Prestatori
Villa I Tatti–The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies

Sponsor

 

La mostra fa parte degli eventi organizzati nel quadro di 2016 Progetto Firenze per celebrare il 50° anniversario dell’alluvione.