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fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza
Inferno XXVI, 119-120
Il viaggio dall’Inferno all’Empireo è un percorso espiatorio che Dante compie da vivo nell’oltretomba, delineando una nuova immagine del mondo, dove la dimensione spirituale e quella fisica si fondono in una sola, credibile, realtà cosmografica. Coniugando magistralmente scienza e poesia, Dante concepì la Divina Commedia come il racconto cosmografico della storia umana, della conoscenza perseguita dall’uomo per volontà divina, e del rapporto, imprescindibile per un cristiano del Medioevo, tra l’uomo e Dio. Pur aderente alla tradizione cosmografica del suo tempo, il mondo di Dante trascende la realtà e lega la vita terrena alla vita eterna, modellandosi sulle certezze della più alta delle scienze, la Teologia, la “divina scienza” che “per la eccellentissima certezza del suo subietto, lo quale è Dio”, è assoluta e inappellabile (Convivio II, xiv, 19-21).
Cronologia del viaggio dantesco