Claudio Tolomeo (ca.100-ca.175 d.C.) visse in Alessandria nel II secolo d.C. al tempo dell'imperatore Adriano (76-138 d.C.). Fu un grande astronomo e un grande geografo. Una delle sue opere più importanti fu appunto dedicata alla geografia. La parte preponderante di questo libro consiste in una lista di luoghi distinti dalle loro coordinate geografiche e da una breve descrizione delle loro caratteristiche topografiche. Questo elenco era certamente accompagnato da alcune carte geografiche che, tuttavia, non ci sono pervenute. Prevedendo che le carte da lui disegnate sarebbero state irrimediabilmente copiate male dai copisti, Tolomeo si preoccupò di fornire il metodo per riprodurle correttamente, ovvero descrisse il sistema geometrico da lui adottato per rappresentare la sfera terrestre su una superficie piana. Nel primo libro della Geografia Tolomeo descrisse due metodi geometrici per disegnare correttamente la mappa generale delle terre abitate, mentre nell'ottavo libro fornì istruzioni per una rappresentazione prospettica del globo terrestre circondato da una sfera armillare. Secondo Tolomeo il mondo abitato, detto "ecumene", che in greco significa appunto "terra abitata", copriva un'estensione longitudinale di 180°, a partire dal meridiano zero passante per le isole Fortunate, ovvero le Canarie. In latitudine, invece, l'ecumene si estendeva dall'isola di Thule, probabilmente le isole Shetland, posta a 63° di latitudine nord, al parallelo detto anti-Meroë, 16° 25' a sud dell'equatore. Le coordinate geografiche di Tolomeo, in gran parte derivate da Ipparco, erano tuttavia poco accurate, soprattutto per le regioni più lontane, la cui rappresentazione si basava essenzialmente sui resoconti di viaggio. Mentre la latitudine era facilmente misurabile, le coordinate di longitudine richiedevano una particolare accuratezza. Il metodo scientifico si basava su osservazioni contemporanee delle eclissi lunari in luoghi diversi, ma questo richiedeva un'organizzazione particolare che solo in poche occasioni sembra essere stata effettivamente messa in atto. Possibili errori nelle osservazioni, del resto, portavano comunque a risultati geografici inesatti. Tolomeo aveva ridotto l'estensione longitudinale dell'ecumene dai 225° di Eratostene a 180°, ma anche la sua stima era in eccesso rispetto ai 115° che realmente dividono le Canarie dall'Indocina, ossia i confini occidentale e orientale del mondo antico.