Le carte marine, o carte nautiche, furono un prodotto tipicamente mediterraneo, frutto della secolare esperienza di navigazione lungo le coste del mare interno. Diffuse a partire dalla seconda metà del XIII secolo, queste carte rispecchiano il mondo erudito della geografia medievale, configurandosi nel contempo, analogamente ai portolani, come strumenti per la navigazione. Alla loro diffusione contribuì certamente l'invenzione della bussola tra il XII e il XIII secolo, lo strumento che garantì una più sicura determinazione delle rotte e delle posizioni reciproche dei tratti di costa. Oggetto di rappresentazione delle carte nautiche erano esclusivamente i profili costieri, i porti, gli scogli e le secche, il tutto ordinato da una griglia geometrica formata dalle direzioni dei venti. Il reticolo di riferimento non era quello ortogonale dei meridiani e dei paralleli che compariva nei planisferi universali, ma quello radiocentrico della rosa dei venti che circondava l'ago magnetico delle bussole. Si trattava di solito di una rosa a sedici punte, cui facevano corona altrettante rose periferiche, disposte in cerchio e spesso variamente decorate. Da ogni rosa si irradiavano i rombi, cioè le linee di diverso colore corrispondenti alle direzioni dei venti: in nero i venti principali, in verde i mezzi venti e in rosso le quarte di vento. La struttura geometrica che governava il disegno delle carte nautiche non implicava alcun concetto di proiezione. Era una trasformazione piana del globo terrestre, dove i meridiani e i paralleli formano una griglia ortogonale a intervalli uguali. Oggi viene detta proiezione equirettangolare e fu applicata per la prima volta da Marino di Tiro nel II secolo d.C. A definire le coordinate geografiche, tuttavia, non erano i meridiani e i paralleli, ma le direzioni dei venti e le distanze da una località di origine. In base a queste carte si stabilivano le rotte di navigazione, seguendo i rombi dei venti e misurando quotidianamente le distanze percorse. Era il sistema della navigazione "piana", così detta perché non teneva conto della forma sferica della Terra.