L'acqua microscopio della natura

Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci

Introduzione

Francesco Trevisani, Ritratto di Thomas Coke, primo conte di Leicester, 1717, Holkham Hall.Il Codice Leicester è formato da 18 bifogli (72 pagine), compilati in gran parte a Firenze tra il 1504 e il 1508. Leonardo concentra l’attenzione sull’acqua, indagandone la struttura elementare, i moti vorticosi, le proprietà meccaniche e ottiche e le tecniche per piegarla a beneficio dell’uomo. Attribuisce agli eventi catastrofici provocati dai corsi d’acqua la presenza dei fossili di creature marine sulle cime dei monti e le continue modificazioni della superficie e del ventre della Terra. Spiega la luce cinerea della Luna con la presenza di acqua sulla sua superficie. Il Codice evidenzia l’inesauribile tensione conoscitiva che alimenta la mente di Leonardo, per il quale arte e scienza costituiscono risorse entrambe essenziali per la comprensione della natura.

Le vicissitudini del Codice dopo la morte di Leonardo (1519) sono poco note. Acquistato a Roma nel 1717 da Thomas Coke, Conte di Leicester, il codice rimase in possesso dei suoi eredi fino al 1980, quando fu acquisito da Armand Hammer, che gli assegnò il proprio nome. Nel 1994, divenutone proprietario, Bill Gates gli restituì l’antica denominazione.