Nessuno prima di Leonardo aveva tentato di descrivere con un grado di dettaglio paragonabile gli infiniti moti dell’acqua, le sue interazioni con gli altri elementi e le continue modificazioni che produce sulla superficie e nel ventre della Terra. Nutriva la convinzione che la scienza delle acque gli avrebbe consentito di svelare l’organizzazione e il funzionamento dell’intera natura.
Nel Codice Leicester formula tre diversi indici di quel Trattato sull’acqua che non porterà mai a compimento. Si proponeva di svelarne la struttura elementare, di illustrare le ragioni dei cataclismi che produce, di indagarne i moti vorticosi, di concepire soluzioni efficaci per evitare la rovina degli argini dei fiumi, e di sottolineare le analogie tra acqua e aria, tra moto dei pesci e degli uccelli.