Il tatto è un senso a distanza zero: possiamo vedere senza essere visti, ma non toccare senza essere toccati. Quando afferriamo un oggetto lo percepiamo col tatto e cambiamo la presa in base a ciò che abbiamo sentito. Un test comune per le protesi robotiche consiste nel riempire un bicchiere d'acqua versandola da una bottiglia. Come mai un gesto apparentemente così semplice rappresenta una sfida per le tecnologie più avanzate? Via via che versiamo l'acqua, il peso della bottiglia e il suo punto di equilibrio cambiano, quindi a ogni istante elaboriamo l'informazione che viene dalla nostra mano e rimoduliamo la forza applicata nelle dita. Riprodurre tutto ciò in un braccio robotico è molto difficile, perché richiede di implementare una sensazione di tatto artificiale, un obiettivo non ancora completamente raggiunto, anche se studi recenti stanno producendo risultati significativi.