Tra i capolavori cartografici di Enrico Martello Germano (seconda metà XV sec.) si distingue un isolario redatto intorno al 1490, che include sia le isole descritte da Tolomeo (ca.100-ca.175 d.C.), sia quelle illustrate nel Liber Insularum Archipelagi dell'umanista fiorentino Cristoforo Buondelmonti. L'isolario è accompagnato da un planisfero graduato che modifica e amplia in modo radicale i planisferi ecumenici della Geografia di Tolomeo, aggiornandoli alla luce dei viaggi e delle scoperte portoghesi lungo la costa occidentale dell'Africa fino al Capo di Buona Speranza. Rispetto al planisfero di Tolomeo, quello di Martello è ampliato di 40° verso est, per includere le terre descritte da Marco Polo (1254-1324), e di circa 25° verso sud, per rappresentare la circumnavigabilità dell'Africa e l'apertura dell'Oceano Indiano verso l'Oceano Atlantico. Il toponimo "cavo de esperanza" tradisce un aggiornamento cartografico riferito precisamente agli ultimi viaggi di Bartolomeu Dias (1450-1500), che nel 1487-88 doppiò il Capo di Buona Speranza aprendo la rotta tra Lisbona e Calichut. Allo stesso tempo, nella parte orientale dell'ecumene, pur mantenendo le forme cartografiche tolemaiche, Martello sostituisce i toponimi della Geografia di Tolomeo con quelli derivati dal Milione di Marco Polo.