Dico che lo Cielo stellato si puote comparare alla Fisica per tre propietadi, e alla Metafisica per altre tre: ch'ello ci mostra di sé due visibili cose, […] le molte stelle e […] la Galassia […]; e mostraci l'uno delli poli, e l'altro [ci] tiene ascoso; e mostraci uno suo movimento da oriente ad occidente, e un altro, che fa da occidente ad oriente, quasi ci tiene ascoso […].

Dico che lo Cielo stellato ci mostra […] mille ventidue corpora di stelle [1000+20+2…]. Ché per lo due s'intende lo movimento locale […], per lo venti [si] significa lo movimento dell'alterazione […].

E per lo mille [si] significa lo movimento del crescere […]. E questi tre movimenti soli mostra la Fisica […].

E per la Galassia ha questo cielo similitudine grande colla Metafisica. Per che […] la Galassia non è altro che moltitudine di stelle fisse […], tanto picciole che distinguere di qua giù non le potemo […]

se non per lo effetto loro intendiamo quelle cose, e la Metafisica tratti delle prime sustanze, le quali noi non potemo simigliantemente intendere se non per li loro effetti […].

Ancora: per lo polo che vedemo significa le cose sensibili, delle quali […] tratta la Fisica; e per lo polo che non vedemo significa le cose che sono sanza materia […] delle quali tratta la Metafisica […].

Ancora […] per lo movimento nello quale ogni die si rivolve […], significa le cose naturali corruttibili […] e di queste tratta la Fisica. E per lo movimento quasi insensibile che fa da occidente in oriente per uno grado in cento anni, significa le cose incorruttibili […], e di queste tratta la Metafisica.

Convivio II, XIV, 1-12