Rodi, 304 A.C.
Torre da assedio di Demetrio Poliorcete
Ricostruzione: Museo del Sidecar, Cingoli (MC)
Materiali: legno (quercia, rovere, abete), ferro, canapa, corde vegetali, piombo, bronzo, collanti naturali
Descritta dalle fonti come la più grande mai costruita, la torre da assedio a nove piani con cui il re macedone Demetrio Poliorcete, nel 304 a.C., avanzò fin sotto le mura di Rodi era alta 46 metri per 23 di lato. I proiettili erano lanciati dalle feritoie. Rivestita di metallo per impedire che venisse incendiata, nascondeva all’interno il motore che la faceva muovere autonomamente. Gli assi trasversali, attivati dall’enorme argano, guidavano l’avanzamento delle otto ruote. Per cambiare direzione occorreva sganciare le ruote, farle ruotare di 90 gradi e innestarle negli assi perpendicolari.
Se ne conserva memoria nel gioco degli scacchi, dove la torre si può muovere solo in avanti o di lato.