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Donne e bicicli

Se per gli uomini guidare un velocipede dalle impressionanti dimensioni era segno di prestanza fisica e virilità, nell'austera Inghilterra vittoriana si riteneva che i bicicli non si addicessero alle donne. La posizione, il movimento delle vesti nel montare in sella, le facili e acrobatiche cadute non erano compatibili con l'etichetta e il buon costume. I costruttori proposero fantasiose alternative per le signore: dai bicicli con entrambi i pedali dallo stesso lato, ai tricicli, ai "dicicli" dalle grandi ruote parallele. Quando, con l'invenzione della trasmissione a catena, le dimensioni delle ruote cominciarono a ridursi, rimase il problema dell'abbigliamento. Alcuni stilisti lanciarono il cosiddetto "abito razionale" (rational dress) per cicliste: pantaloni lunghi, larghi fino al ginocchio e stretti più in basso, coperti da un soprabito sufficientemente corto da non ostacolare la pedalata, ma abbastanza lungo da non scoprire le gambe.