Il secondo metodo cartografico di Tolomeo (ca.100-ca.175 d.C.) tenta di restituire un'immagine dell'ecumene più simile a quella del globo terrestre, conferendo alla rappresentazione una sfericità apparente di cui il primo metodo era quasi del tutto privo. Si tratta di una concessione al piacere dello sguardo che nulla aggiunge all'esigenza di misurabilità delle coordinate geografiche, già pienamente soddisfatta dal primo metodo cartografico. Per ottenere l'effetto desiderato, Tolomeo immagina di guardare il globo da un punto di vista che si colloca esattamente al centro dell'ecumene, non solo rispetto all'ampiezza longitudinale, come già nel primo metodo, ma anche rispetto a quella latitudinale. Lo sguardo viene quindi spostato dallo zenit del parallelo per Rodi a quello del parallelo per Syene, l'odierna Assuan, situata esattamente sul tropico del cancro, a 23°30' di latitudine nord. Tolomeo immagina poi un piano di rappresentazione tangente il punto di intersezione tra il meridiano centrale e il parallelo per Syene, e procede trasferendo su di esso le coordinate geografiche. Stabilite queste condizioni, il cerchio massimo tangente il piano di rappresentazione e ortogonale al meridiano centrale, ovvero il circolo dell'eclittica, appare come una linea retta orizzontale. Tale cerchio, infatti, giace su un piano passante per l'occhio dell'osservatore. Per le stesse ragioni ottiche, il meridiano centrale apparirà come una linea retta verticale. Dovendo garantire la misurabilità delle distanze, Tolomeo riporta sulla linea orizzontale gli intervalli uguali, di 5° ciascuno, che definiscono a destra e a sinistra del meridiano centrale l'ampiezza longitudinale della mappa. Con gli stessi intervalli, segna quindi sull'asse centrale la latitudine dei principali circoli paralleli: l'equatore, il parallelo detto anti-Meroë e il parallelo per Thule. Dal momento che l'equatore interseca il circolo dell'eclittica a 90° dall'asse centrale, la sua rappresentazione sul piano sarà un arco che interseca la linea orizzontale alle sue estremità. Gli altri circoli saranno archi concentrici al primo, la cui ampiezza è definita dalla misura, variabile in base alla latitudine, degli intervalli di 5°. Il centro di curvatura degli archi paralleli si trova sull'asse centrale dopo aver tracciato la corda del semiarco equatoriale e la retta ortogonale al centro della corda. Unendo le estremità degli archi paralleli con due linee curve che rappresentano i meridiani di 0° e 180°, si ottiene lo spazio entro il quale si configura la mappa dell'ecumene, anche in questo caso concepita come una 'buccia' trasferita dal globo alla superficie piana.