La cosmografia, intesa come geografia, è la rappresentazione, in forma scritta e disegnata, della Terra, dei mari, dei popoli e della loro storia. Tra il basso Medioevo e la prima Età Moderna, questa scienza si configura come una sintesi culturale di cosmologia cristiana, filosofia naturale aristotelica, astronomia tolemaica, e narrazioni scritte e orali di viaggiatori, monaci, mercanti, diplomatici e piloti di navi. A partire dalla fine del secolo XIII, il sapere orale diventa un elemento decisivo di verifica e aggiornamento delle notizie tramandate dalle fonti scritte. Il medico e filosofo Pietro d'Abano (1250-prima del 1318) accolse le narrazioni di Marco Polo (1254-1324) come testimonianze autorevoli, così come i più importanti cartografi del tempo, da Fra Mauro (?-1459) a Martin Behaim (1459-ca.1507), disegnarono le loro mappe tenendo conto dei racconti dei viaggiatori nelle regioni più remote del mondo conosciuto. Verso la metà del Cinquecento, Battista Ramusio (1458-1557) e il cartografo Giacomo Gastaldi (ca.1500-1566) assemblarono criticamente le fonti antiche e moderne con le informazioni ricevute dai piloti portoghesi e spagnoli di passaggio a Venezia. E così lavorarono pure i cosmografi della Casa da Índia di Lisbona e quelli della Casa de Contratación di Siviglia, preposti alla preparazione delle carte ufficiali dell'espansione politica e commerciale delle due case regnanti e delle scoperte del Nuovo Mondo.