I cartografi che si occupavano di cartografia universale nel corso del Quattrocento erano spesso uomini dotti e umanisti, interpreti raffinati di fonti molto eterogenee che andavano dai testi di autori classici, greci e latini, ai resoconti scritti e orali di mercanti, viaggiatori, diplomatici e piloti di navi, fino alle fonti grafiche della cartografia nautica e tolemaica. La cartografia universale nasceva quindi da un attento lavoro di analisi testuale e confronto di informazioni geografiche prima che dalla misura delle distanze, solitamente espresse in giornate di viaggio o in miglia. Questo spiega perché fu proprio nel contesto di una piccola scuola umanistica, il Gymnasium Vosagensis fondato all'inizio del Cinquecento a Saint-Dié-des-Vosges in Lorena, che il cosmografo Martin Waldseemüller (ca.1470-ca.1520) e il poeta e umanista Matthias Ringmann (1482-1511) portarono a compimento nel 1507 la Cosmographiae introductio e il grande planisfero tolemaico espanso noto come Universalis Cosmographia. Queste opere presero forma in vista di una riedizione della Geografia di Tolomeo, che ambiva non solo a correggere la traduzione latina preparata un secolo prima da Iacopo Angeli da Scarperia (ca.1360-1410 o 1411), ma anche ad includere le più recenti scoperte geografiche compiute sotto l'egida delle corone spagnola e portoghese oltre l'ecumene tolemaica.