Il cartografo tedesco Enrico Martello (seconda metà XV sec.) fu attivo a Firenze dal 1459 al 1496. Erede scientifico del cartografo Niccolò Germano, editore di almeno tre codici manoscritti della Geografia di Tolomeo, Enrico editò a sua volta due codici del testo tolemaico, un Insularium e un grande planisfero manoscritto che servì da modello per la mappa del mondo di Martin Waldseemüller (ca.1470-ca.1520). Il planisfero di Martello estendeva il mondo conosciuto da 180° a 270° di longitudine, raffigurando le terre descritte da Marco Polo (1254-1324) oltre il limite orientale dell'ecumene tolemaica, il Catai e il Cipango, ossia l'odierna Cina e il Giappone. L'opera di aggiornamento cartografico compiuta da Martello si coglie pienamente nel bellissimo codice della Geografia oggi conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze, dove, già nel titolo, si fa riferimento alle scoperte geografiche dei navigatori portoghesi. Alle ventisette mappe regionali descritte da Tolomeo, che sono raffigurate fedelmente al testo, Martello ne aggiunge altre dodici moderne. Nella rappresentazione del planisfero universale, invece, accoglie la modifica di Niccolò Germano (seconda metà XV sec.) che aveva già raffigurato le terre e i mari settentrionali a nord del parallelo per Thule. L'aggiornamento dei dati geografici avviene parallelamente alla trasmissione del sapere antico che in tutti i codici della Geografia resta intatto, senza modifiche, come a conservarne la storicità. L'antico e il moderno restano a confronto, giustapposti, in quasi tutti i planisferi del tempo, compresa la grande mappa del mondo di Waldseemüller.