Il secondo “modo” (costruzione della testa umana)
Da De prospectiva pingendi, III.VIII
Modello tridimensionale
Carta, filo di seta, bioplastica
200x100 cm
Nel terzo libro del De prospectiva pingendi, Piero espone la regola che nella codificazione cinquecentesca diverrà nota come “prima regola di prospettiva”, una regola di cui Giorgio Vasari attribuì l’invenzione a Filippo Brunelleschi. La regola consiste nell’intersezione della piramide visiva in pianta e alzato, e si rende necessaria per rappresentare soprattutto i corpi più complessi. Come spiega Piero in apertura di questo libro, la necessità di questa regola era dettata principalmente a due ragioni: la prima, perché era un regola più facile da dimostrare e da capire, la seconda, perché con i corpi più complessi il “primo modo” avrebbe richiesto una tale quantità di linee da confondere l’occhio e la mente del pittore. Questo “altro modo” presupponeva la necessità di raffigurare preliminarmente gli oggetti in doppia proiezione ortogonale, ossia in pianta e alzato, secondo una prassi tradizionalmente in uso nella pratica architettonica, ma codificata per primo da Raffaello nella Lettera a Leone X.