Sezione VII

VII 0La figura umana

Nel termine asignato, col dato puncto, proportionalmente la testa degradare

L’esigenza di dimostrare la misurabilità di ogni corpo, anche di quelli non geometrici come la figura umana, spinse Piero a svolgere uno degli esercizi prospettici più complessi che si possano immaginare: il disegno prospettico della testa umana. Per risolvere il problema, Piero trasformò il corpo naturale in un solido geometrico, sezionando la testa con piani meridiani e paralleli, quasi come fosse un globo terrestre. Le intersezioni dei piani definiscono la posizione dei punti che il pittore doveva misurare con l’intersezione dei raggi visivi. Come per la base e il capitello di una colonna, Piero insegnò a disegnare la testa in proiezione ortogonale: prima il profilo, poi la vista frontale e infine la pianta. Le proiezioni in “propia forma” del profilo, della vista frontale e delle sezioni orizzontali erano il disegno preparatorio di base per raffigurare la testa in qualsiasi posizione. Cambiando la loro disposizione rispetto al “termine”, il pittore era in grado di ottenere scorci dal basso o dall’alto, o raffigurazioni di teste variamente inclinate. Le istruzioni di Piero furono recepite pienamente da Albrecht Dürer che nel taccuino di Dresda (Sächsische Landesbibliothek, Ms. R-147), e successivamente nel trattato sulle proporzioni del corpo umano, Vier Bücher von menschlicher Proportion (1527), estese il metodo della doppia proiezione ortogonale all’intero corpo umano.