Albrecht Dürer (Norimberga 1471 - 1528)
Lo sportello
da Underweysung der Messung, Norimberga 1525.
Ricostruzione in legno di noce
cm 76x60x96,5
a cura di F. Camerota
Opera Laboratori Fiorentini
Lo “sportello” è lo strumento prospettico più famoso del Rinascimento. “Sportello” traduceva il latino “valva” e il tedesco “türlein” con cui nelle edizioni del trattato di Dürer si indicava la tavoletta incernierata al telaio che portava il foglio da disegno. Dürer pubblica lo sportello nel IV libro del suo trattato di geometria per “disegnare in prospettiva ogni cosa vicina per mezzo di tre fili”. Il successo dello strumento è dovuto alla sua particolarità di rendere il disegno dal vero totalmente meccanico, materializzando tutti gli elementi che concorrono alla formazione dell’immagine: l’occhio del pittore è rappresentato dal chiodo con la testa a occhiello piantato nel muro; il raggio visivo dal filo che si estende dal chiodo al liuto; e la sezione della piramide visiva, ossia il quadro del pittore, dal telaio a cui è incernierato lo sportello con il foglio da disegno. L’operazione necessita di due persone: una che, tenendo lo sportello aperto, tira il filo fino ad un qualsiasi punto dell’oggetto da disegnare (il filo è tenuto in tensione da un peso); l’altra che fissa due fili ortogonali all’interno del telaio in modo che entrambi risultino toccare il primo filo. L’intersezione di questi due fili indica il punto in cui il primo filo è idealmente tagliato dal quadro, ossia il punto che rappresenta l’immagine prospettica di quello reale. Per riportare questo punto sul foglio da disegno è sufficiente rilasciare il primo filo, chiudere lo sportello e tracciare sul foglio l’intersezione dei fili interni al telaio.