Costruzioni ‘anamorfiche’ di una palla, di un rinfrescatoio e di un anello
Da De prospectiva pingendi, III.X-XII
Modello tridimensionale
Plexiglass e bioplastica
200x100 cm
Le ultime tre proposizioni del De prospectiva pingendi sono dedicate ad alcuni esempi di prospettiva illusoria di tipo anamorfico. “Anamorfosi” è un termine che compare solo nel XVII secolo per esprimere quei particolari casi di deformazione prospettica generati ad arte per mostrare da un determinato punto di vista sorprendenti immagini nascoste. Gli esercizi di Piero sono le prime testimonianze di questo genere pittorico.
“Acade alle volte – scrive Piero in apertura della proposizione X del terzo libro – de voler dimostrare” alcuni oggetti che “ad certo termine paressero commo veri”. Piero espone la precisa volontà di realizzare effetti di forte illusionismo ottico, dipingendo su un tavolo “vasi, candelieri e altri corpi”, o su un soffitto “anelli o altre cose che pendessero”, tali che all’occhio dell’osservatore appaiano come oggetti tridimensionali.
I tre esercizi propongono il disegno deformato prospetticamente di una palla, di un rinfrescatoio, e di un anello appeso al soffitto.
Sottolineando l’analogia con la proiezione delle ombre, del tutto evidente in tutti i tre i casi, il modello in mostra riproduce i tre oggetti come corpi reali; corpi ‘vacui’ definiti da una struttura a fil di ferro che ne mette in evidenza solo gli spigoli e i profili. Tre faretti collocati nella posizione stabilita da Piero per l’occhio dell’osservatore, gettano sul piano orizzontale l’ombra degli oggetti. Di fianco alle ombre è stampato un disegno che ne riproduce fedelmente i lineamenti, così che il visitatore, guardando attraverso un foro posto alla stessa altezza dei faretti, vede l’immagine prospettica dei singoli oggetti a confronto diretto con i loro modelli reali. L’ombra proiettata dai faretti rimane nascosta dietro i lineamenti dei modelli reali.
