Piero della Francesca, Libellus de quinque corporibus regularibus (facsimile)
Nel XV secolo circolavano due traduzioni latine di Archimede, di Guglielmo di Moerbeke e di Jacopo da Cremona, che consentirono a molti studiosi di conoscere l'opera del Siracusano. Ai testi di Archimede si avvicinarono anche umanisti e artisti come Piero della Francesca e Luca Pacioli: entrambi studiano i poliedri regolari, che nel De divina proportione (1497) del Pacioli vengono disegnati da Leonardo. In questo trattato Piero della Francesca sostiene che il mondo è caratterizzato dalla presenza di corpi complessi riconducibili ai cinque poliedri regolari, che rappresentano la forma eterna e perfetta. I poliedri sono per la prima volta disegnati in forma stereometrica. Noto fin dall'inizio del Cinquecento, questo testo fu al centro di un'accesa disputa per essere stato pubblicato nel 1509 da Luca Pacioli come opera propria.