Nel corso della propria esistenza Leonardo dimostrò più volte ammirazione per Archimede. Il Vinciano non è affascinato solo dal mito del Siracusano come inventore di macchine belliche portentose, ma anche dalla capacità di affrontare proficuamente problemi di statica e di geometria da cui trarre applicazioni pratiche. Interessato al perfezionamento delle armi da fuoco, Leonardo lavora a un particolare cannone a vapore (l'architronito), la cui paternità attribuisce ad Archimede. Analoga ammirazione dimostra quando si sofferma sulle proprietà degli specchi ustori. Nel campo della statica, infine, studia a fondo il trattato Sull'equilibrio dei centri di gravità, citato in una nota inserita nella copertina del Manoscritto F ("Archimede, de centro gravitatis").