Fontana zampillante
Nei trattati composti ad Alessandria a partire dal III secolo a.C. troviamo numerose descrizioni di fontane zampillanti e con effetti a sorpresa, rapidamente entrate a far parte dei giardini e delle mense di coloro che volevano suscitare la meraviglia dei propri invitati. Descritto da Erone verso la metà del I secolo d.C., ma certamente già noto a Filone di Bisanzio se non anche a Ctesibio (III secolo a.C.), questo apparato funziona come segue: una volta riempito d'acqua il contenitore D, si comincia a versare il liquido nella coppa superiore. Attraverso il tubo A l'acqua raggiunge il recipiente E posto alla base e scaccia l'aria che vi si trova, obbligandola a incanalarsi nel cannello B. Una volta raggiunto il contenitore D, l'aria spinge l'acqua nel cannello C, facendola zampillare.