Specchi ustori
Si tratta del più celebre e controverso dispositivo che la tradizione attribuisce ad Archimede. Alcuni autori antichi (Silio Italico, Luciano e Galeno) affermano che le navi romane vennero bruciate da Archimede, senza però fornire indicazioni a tal proposito, mentre secondo Apuleio il Siracusano avrebbe scritto un testo sulle proprietà degli specchi. È nel Medioevo bizantino che la versione dell'impiego degli specchi ustori prende piede: Antemio di Tralle asserisce l'esistenza di una tradizione alla quale Archimede si sarebbe rifatto, mentre gli storici Tzetzes e Zonara registrano l'impiego di specchi ustori da parte di Archimede per incendiare le navi nemiche. Le proprietà ustorie del vetro erano comunque note agli antichi: a questo tema aveva dedicato un trattato Diocle sul finire del III secolo a.C.