Alla morte di Gerone II Siracusa ruppe il trattato con i Romani per allearsi con i Cartaginesi: il Senato romano votò la guerra affidando l'incarico al console Marcello, che assediò la città dal 214 al 212 a.C. A difesa di Siracusa non vi era solo l'esercito, ma anche Archimede con le sue macchine belliche, quali artigli meccanici, catapulte e specchi ustori, con i quali respingere gli attacchi provenienti dal mare. Siracusa si difese strenuamente e capitolò solo per opera di alcuni traditori che aprirono le porte urbiche, permettendo ai Romani di entrare nottetempo e prendere la città.
La caduta di Siracusa costituirà un evento di rilievo epocale per tutta la civiltà mediterranea.
Il poderoso sistema difensivo di Siracusa era costituito dal complesso delle mura (quelle urbane, a protezione dell'abitato e dei porti, e quelle extraurbane, attorno al vasto pianoro dell'Epipoli) e dalla fortezza dell'Eurialo (Ευρύαλος, cioè chiodo, per la forma appuntita) che chiudeva l'unico punto accessibile della terrazza sovrastante la città. Era costituita da un bastione a cinque torri preceduto da profondi fossati e difeso ad ovest da una poderosa muraglia di sbarramento che inglobava la grande porta a tenaglia. L'apporto di Archimede alla difesa di Siracusa contro l'assalto romano si avvalse di questo sistema difensivo formatosi, con diversi interventi e modificazioni, nei secoli precedenti; esso fu adattato alle nuove armi da tiro, di grande potenza e affinate capacità di mira, e fu potenziato con l'installazione di macchine da difesa come la catapulta e la balestra.