Galileo e il moto perpetuo
Salvo qualche cenno nel Dialogo sopra i due massimi sistemi, Galileo non ci ha lasciato una trattazione sistematica riguardo al moto perpetuo, dando probabilmente per assodata la sua inammissibilità. Soltanto un moto circolare e uniforme come quello dei pianeti potrebbe secondo lui essere perpetuo, non certo un moto rettilineo, costantemente accelerato o ritardato. E non basta. Per muoversi in perpetuo l’oggetto stesso in movimento dovrebbe essere incorruttibile ed eterno. Due condizioni necessarie, mai concomitanti in natura. Le risposte di Galileo ad alcune lettere in cui gli venivano descritte presunte macchine del moto perpetuo sono andate perdute, ma si può supporre che avesse spinto gli interlocutori a ricercare le cause reali del moto da esse prodotto, non esistendo per lui alcun artificio umano capace di andare contro alle leggi di natura.