Tra incertezza e frodi

Nel Settecento le idee sulla realizzabilità o meno del moto perpetuo rimasero confuse. Nell’ambito della fisica delineata da Isaac Newton emerse però la convinzione che, nel mondo reale, un effetto dinamico non possa mai avere entità esattamente uguale o addirittura superiore alla propria causa. In altri termini, una parte, sia pur minima, della quantità di moto di un sistema meccanico si perde sempre in resistenze e attriti. Questa convinzione non fermò i teorici, possibilisti sull’esistenza di forze naturali di tipo diverso da quelle allora note (gravità, forza elettrica e forza magnetica). Né fermò gli inventori, sempre alla ricerca di quel “minimo non so che” in grado di realizzare comunque i loro sogni meccanici. Soprattutto non fermò i truffatori che, nell’incertezza generale, acquistavano spesso buon credito e ricevevano sovvenzioni.

Meccanismo di orologio da campanile con scappamento a verga e foliot
Italia settentrionale , fine XV secolo
Museo Galileo, inv. 3934 (donazione Del Vecchio)
Giuseppe Campani (attr.), Orologio a moto perpetuo
Giuseppe Campani (attr.)
Roma , 1660-1680
Firenze, Museo Galileo, inv. 713
Jacob Leupold, Theatrum Machinarum Generale - Ruota perpetua a sbilanciamento di sfere
Jacob Leupold
Theatrum Machinarum Generale
Lipsia, druckts Christoph Zunkel, 1724, p. 29
Paradosso meccanico
Fattura italiana
Inizio XIX secolo
Firenze, Museo Galileo, inv. 1343
Elettromotore perpetuo di Zamboni e suoi elementi
Fattura italiana
Seconda metà XIX secolo
Firenze, Museo Galileo, inv. 390 e H439
Giuseppe Zamboni, Descrizione ed uso dell’elettromotore perpetuo
Giuseppe Zamboni
Verona, Tipografia Mainardi, 1814
Firenze, Biblioteca del Museo Galileo, Misc. Med 023
George Linton, Nuovo metodo per azionare una macchina senza l’ausilio di vapore, acqua, vento, aria o fuoco
George Linton
“The European Magazine”, 81, febbraio-giugno 1822, p. 188