Tra incertezza e frodi
Nel Settecento le idee sulla realizzabilità o meno del moto perpetuo rimasero confuse. Nell’ambito della fisica delineata da Isaac Newton emerse però la convinzione che, nel mondo reale, un effetto dinamico non possa mai avere entità esattamente uguale o addirittura superiore alla propria causa. In altri termini, una parte, sia pur minima, della quantità di moto di un sistema meccanico si perde sempre in resistenze e attriti. Questa convinzione non fermò i teorici, possibilisti sull’esistenza di forze naturali di tipo diverso da quelle allora note (gravità, forza elettrica e forza magnetica). Né fermò gli inventori, sempre alla ricerca di quel “minimo non so che” in grado di realizzare comunque i loro sogni meccanici. Soprattutto non fermò i truffatori che, nell’incertezza generale, acquistavano spesso buon credito e ricevevano sovvenzioni.