La fine del moto perpetuo?

A inizio Ottocento la diffusione delle macchine a vapore favorì l’elaborazione della termodinamica. Questa nuova branca della fisica non provava l’inesistenza del moto perpetuo, ma la poneva come assioma per desumere che il rendimento di un motore non può mai raggiungere il 100%. Parte dell’energia che alimenta un sistema termo-meccanico è irrimediabilmente dissipata. Con la successiva comprensione dei processi atomici alla base di movimento e calore, e con la definizione statistica del concetto di irreversibilità dei fenomeni naturali, la questione del moto perpetuo ha avuto infine risposta. Il moto perpetuo non è di per sé impossibile; è però estremamente improbabile. Di fatto, è molto più facile che una scimmia scriva Guerra e pace battendo a caso su una tastiera, piuttosto che qualcuno realizzi il moto perpetuo.

William Thompson, On the dynamical theory of heat with numerical results deduced from Mr. Joule’s equivalent of a thermal unit and M. Regnault’s observations on steam
William Thompson
“Transactions of the Royal Society of Edinburgh”, 20, 1853, pt. 2, pp. 261-288
Firenze, Biblioteca del Museo Galileo, Fisica C 029/19
Nicolas Léonard Sadi Carnot, Réflexions sur la puissance motrice du feu et sur les machines propres a développer cette puissance
Nicolas Léonard Sadi Carnot
Parigi, Bachelier Libraire, 1824
Firenze, Biblioteca del Museo Galileo, Fisica 0446
Max Planck, Vorlesungen über Thermodynamik
Max Planck
Lipsia, Veit, 1897
Firenze, Biblioteca del Museo Galileo, Fisica 0448
Richard P. Feynman, Robert B. Leighton, Matthew Sands, La Fisica di Feynman
Richard P. Feynman, Robert B. Leighton, Matthew Sands
Amsterdam, Inter European Publications, 1975, vol. 1, pt. 2
Collezione privata
6 contro 9
Ricostruzione di Alberto Fabiani, Artes Mechanicae