Il moto perpetuo nel Medioevo
In Europa la più antica attestazione di macchina per il moto perpetuo è un disegno di ruota a sbilanciamento di chiara influenza araba, presente nel taccuino dell’architetto di origini piccarde Villard de Honnecourt (XIII secolo). Dalla stessa area geografica viene un altro documento: nel suo studio dedicato alla calamita lo scienziato Pierre de Maricourt (XIII secolo) presenta una curiosa ruota perpetua a “induzione magnetica”. In generale, le testimonianze medievali sono molto rare, perché artigiani e ingegneri non usavano comunicare le loro conoscenze in forma scritta. Tuttavia è ragionevole ipotizzare che intorno alla metà del Trecento la discussione sul moto perpetuo fosse già diffusa, come emerge dalle opere di questi due autori, i quali fanno riferimento a un dibattito tra maestri e artigiani che durava da tempo.
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ms. Vat. Lat. 4082, f. 195v