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Studi per la progettazione di una ruota perpetua meccanica
Nelle ruote perpetue disegnate in questo foglio viene introdotto un sistema di regolazione meccanica dei bracci contrappesati, che ruotano non solo per effetto della forza di gravità ma anche grazie all’introduzione di un attuatore pignone-cremagliera che apre o chiude i bracci in modo da favorire lo sbilanciamento nel senso della rotazione. Leonardo prende in considerazione tre casi distinti, ognuno con i bracci di lunghezza diversa e montati su rotori di differente diametro. Il principio di funzionamento di questa ruota si basa sulla parziale dentatura costruita lungo la circonferenza dei rotori che, durante la rotazione del sistema, ingrana successivamente in due cremagliere. In tal modo si ottiene la contemporanea movimentazione di due bracci diametralmente opposti, uno in apertura e uno in chiusura, determinando così per ogni coppia di bracci uno squilibrio dei momenti del sistema che dovrebbe mantenerlo in rotazione. Questi studi risalgono al periodo in cui Leonardo aveva già dimostrato l’impossibilità del moto perpetuo, ma sotto il disegno scrive “questo pare buono modo eccetera”: un’affermazione che induce a pensare che, nonostante i fallimenti, egli ritenesse la ricerca ingegneristica sul moto perpetuo una strada ancora percorribile.