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Il polo antartico
Il polo antartico

Dico che navicando tanto alla parte di mezzodì che entrammo nella torrida zona e dentro del circulo di Cancer; e avete di tener per certo che infra pochi dì, navicando per la torrida zona, avemmo vista di 4 ombre del Sole, e quando el Sol ci stava per zenihe a mezzodì - dico: stando il Sole nel nostro meridiano -, non tenavamo ombra nessuna: che tutto questo mi acadde molte volte mostrarlo a tutta la compagnia e pigliarla per testimonio a causa della gente grossaria che non sanno come la spera del Sole va per il suo circulo del Zodiaco; che una volta vedevo l'ombra al meridion, e altra al settentrion, e altra all'occidente, e altra allo oriente, e alcuna volta una ora o dua del dì non tenavamo ombra nessuna.

E tanto navigammo per la torrida zona alla parte d'austro che ci trovammo istar dibasso della linea equinoziale e tener l'un polo e l'altro al fin del nostro orizzonte; e la passammo di 6 gradi, e del tutto perdemmo la Stella Tramontana, che apena ci si mostravono le stelle della Orsa Minore, o, per me' dire, le Guardie che volgono intorno al firmamento.

Io, come desideroso d'essere l'autore che segnassi a la stella del firmamento dello altro polo, perde' molte volte il sonno di notte in contemplare il movimento delle stelle dello altro polo, per segnar qual d'esse tenessi minor movimento e che fussi più presso al firmamento; e non potetti, con quante male notti ebbi, e con quanti strumenti usai - che fu il quadrante e l'astrolabio -, segnar istella che tenessi men che 10 gradi di movimento a l'intorno del firmamento; di modo che non restai satisfatto in me medesimo di nominar nessuna essere il polo del meridione a causa del gran circulo che facevono intorno al firmamento.

E mentre che in questo andavo, mi ricordai d'un detto del nostro poeta Dante, del qual fa menzione nel primo capitolo del Purgatorio, quando finge di salir di questo emisperio e trovarsi nello altro, che, volendo descrivere el polo antartico, dice:

Io mi volsi a man destra, e posi mente

a l'altro polo, e vidi quattro stelle

non viste mai fuor ch'alla prima gente.

Goder pareva il ciel di lor fiammelle:

oh settentrional vedovo sito,

poi che privato se' di mirar quelle!

 

Che, secondo che mi pare che il Poeta in questi versi voglia descriver per le «quattro stelle» el polo dello altro firmamento, e non mi diffido fino a qui che quello che dice non salga verità: perché io notai 4 stelle figurate come una mandorla, che tenevano poco movimento; e se Dio mi dà vita e salute, spero presto tornare in quello emisperio, e non tornar sanza notare il polo.

In conclusion dico che nostra navigazione fu tanto alla parte del meridion che ci allargammo pel camino della latitudine dalla città di Calis [Cadice] 60 gradi e 1/2, perché sopra la città di Calis alza il polo 35 gradi e 1/2, e noi ci trovammo passati della linea equinoziale 6 gradi: questo basti quanto alla latitudine.

Avete di notare che questa navigazione fu del mese di luglio, agosto e settembre, che, come sapete, il Sol regna più di continuo in questo nostro emisperio, e fa l'arco maggiore del dì e minor quel della notte: mentre che stavamo nella linea equinoziale, o circa d'essa a 4 o 6 gradi, che fu del mese di luglio e d'agosto, la diferenza del dì sopra la notte non si sentiva, e quasi el dì con la notte era equale, o molto poca era la differenza.

Lettera a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici del 18 luglio 1500