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La longitudine
La longitudine

Quanto alla longitudine, dico che in saperla trovai tanta dificultà che ebbi grandissimo travaglio in conoscer certo il camino che io avevo fatto per la via della longitudine; e tanto travagliai che alfine non trovai miglior cosa che era 'aguardar e velar di notte le oposizion dell'un pianeto con lo altro, e maxime la Luna con li altri pianeti, perché il pianeto della Luna è più leggier di corso che nessuno altro; e riscontravolo con l'Almanach di Giovan da Monte Regio, che fu composto al meridiano della città di Ferrara, acordandolo con le calculazion delle Tavole del Re dogn'Alonso. E dipoi di molte notte che ebbi fatto sperienza, una notte infra l'altre, essendo a' 23 dì d'agosto del 1499, che fu una coniunzione della Luna con Marte, la qual, secondo l'Almanach, aveva a essere a mezzanotte o mezza ora prima, trovai che quando la Luna salì all'orizzonte nostro, che fu una ora 1/2 dipoi di posto il Sole, avea passato il pianeta alla parte dello oriente: dico che'lla Luna stava più orientale che Mars circa d'un grado alcun minuto più; e a mezzanotte stava più all'oriente 5 gradi e 1/2, poco più o meno. Di modo che, fatta la proporzione: se 24 ore mi vagliono 360 gradi, che mi varranno 5 ore 1/2? Truovo che mi varranno 82 gradi e 1/2. E tanto mi trovavo di longitudine del meridiano della città di Calis [Cadice]: che, dando a ogni grado 16 leghe e 2/3, mi trovavo più all'occidente che la città di Calis 1366 leghe e 2/3, che sono 5466 miglia e 2/3. E la ragion perché io do 16 leghe e 2/3 per ogni grado, è perché, secondo Tolomeo e Alfagrano, la terra volge 24000 miglia, che vagliono 6000 leghe: che, ripartendole per 360 gradi, viene a ciascun grado 16 leghe e 2/3; e questa ragione la certificai molte volte con il punto de' piloti, e la trovai vera e buona.

Parmi, Magnifico Lorenzo, […] o che la maggior parte de' filosofi in questo mio viaggio sia reprobata, che dicono che drento della torrida zona non si può abitare a causa del gran calor; e io ho trovato in questo mio viaggio essere il contrario: che l'aria è più fresca e temperata in quella region che fuora di essa, e che è tanta la gente che dentro essa abita che di numero sono molti più che quelli che di fuora d'essa abitano, per la ragion che dibasso si dirà, che è certo che più vale la pratica che la teorica.

Lettera a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici del 18 luglio 1500