Quanto a quello che dite che nel fine del primo capitolo della mia lettera io dissi che la intersecazione di 2 linee, cioè la linea del mio zenitte e la del mio paralello, mi facevono un angolo retto sferale, dissi e dico el vero, ma fu da voi male inteso el capitolo; imperoché, se voi tirate una linea dal mio zenitte perpendiculare, e un'altra dal paralello della città di Lisbona, che dista dalla linea equinoziale 40 gradi, ben vedrete che […] una parte del mondo o del circulo […]; che non fu inconveniente tale ragione a dimostrare e gradi della latitudine che ero ito.
Poco disopra io chiamai questo paese col nome di emispero; il quale, se non volemo parlar impropriamente, non si può dire che sia emispero, se è posto in comparazione del nostro; nondimeno, percioché pare che alquanto rappresenti cotal forma, impropriamente parlando ci è paruto chiamarlo emispero.
Adunque, sì come ho predetto, da Lisbona, donde ci partimmo, la quale è lontana dall'equinozziale verso tramontana quasi per quaranta gradi, navigammo insino a quel paese che è di là dall'equinozziale cinquanta gradi; i quali sommati faranno il numero di novanta, il qual numero è la quarta parte del grandissimo circolo, secondo la vera ragione del numero insegnataci dagli antichi. A tutti è adunque manifesto noi aver misurato la quarta parte del mondo, percioché noi che abitiamo Lisbona, di qua dall'equinozziale quasi per quaranta gradi verso tramontana, siamo distanti da quei che abitano di là dalla linea equinozziale nella lunghezza meridionale angularmente novanta gradi, cioè per linea traversa. E accioché la cosa più apertamente sia intesa, la linea perpendicolare, la qual, mentre noi stiamo dritti in piedi, si parte dal punto del cielo e arriva al nostro zenit, viene a batter per fianco quei che sono di là dall'equinozziale a cinquanta gradi; onde aviene che noi siamo nella linea diritta, e essi a comparazion nostra sono nella traversa. E cotal sito fa la figura d'un triangolo che abbia angoli diritti, delle quai linee noi tenemo la diritta, come più chiaramente dimostra la sequente figura.
E della cosmografia istimo d'averne detto a bastanza.