12. La lavorazione dell'argilla
Oggetti in ceramica erano comuni in tutte le abitazioni di Pompei: l'argilla era adoperata per fabbricare vasellame da mensa, da cucina e contenitori da trasporto come le anfore vinarie ed olearie. In argilla erano anche le lucerne, riempite con olio e grassi animali per alimentare la fiamma accesa con uno stoppino.
I vasi erano prodotti dal vasaio, che lavorava con un tornio a pedale. Una volta modellati, i vasi venivano cotti in apposite fornaci: una di queste, contenente ancora alcune lucerne in fase di cottura, è stata ritrovata a Pompei nel vicolo degli Augustali.
A Pompei gli oggetti in argilla facevano abitualmente parte dei corredi domestici. L’argilla veniva adoperata per fabbricare vasellame da mensa e da cucina, oppure contenitori per il trasporto di alimenti come vino, olio e salsa di pesce e per la conservazione delle uova.
I vasi di produzione locale, modellati con un tornio a ruota o a pedale, venivano cotti in apposite fornaci. In botteghe specializzate, come quella sulla Via di Nocera, si fabbricavano lucerne d’argilla, realizzate mediante una doppia matrice.