5. I colori
Gli affreschi che decoravano le case di Pompei devono buona parte della loro riuscita agli intonaci, che erano preparati con grande cura ed abilità.
Perfettamente lisci ed aderenti al supporto murario, meccanicamente resistenti, davano al decoratore l'opportunità di esprimere al meglio la propria arte.
I colori rinvenuti a Pompei erano contenuti in coppette di argilla, sotto forma di polveri e suddivisi per tinte: analisi di laboratorio hanno consentito di riconoscere colori bianchi, verdi, azzurri e rossi.
Le basi dei colori della pittura pompeiana erano costituite da terre naturali importate da diversi Paesi. I colori più usati erano il bianco, il rosso, l’azzurro, il giallo e il verde. Le terre del bianco di Paretonio provenivano dall’Egitto, mentre nella piana di Èfesto si estraevano le terre del cinàbro, un rosso vermiglio. Assai ricercata era la creta verde di Smirne.
Altri colori venivano prodotti miscelando o trattando al fuoco le terre naturali. Tra questi, i più usati erano il nero, detto atraméntum, l’azzurro ceruleo e il blu egizio prodotto a Pozzuoli.