1. Astronomia e misura del tempo
Gli antichi osservavano e studiavano assiduamente il cielo, sia nelle ore di luce che in quelle di oscurità. Le meridiane rinvenute a Pompei dimostrano che gli abitanti conoscevano l'alternarsi delle stagioni e sapevano riconoscere l'ora del giorno.
Attente osservazioni astronomiche regolavano il calendario dei lavori agricoli. Le conoscenze astronomiche furono anche oggetto di rappresentazioni artistiche: è il caso della sfera dell'Atlante Farnese, un esempio straordinario dell'integrazione tra arte e scienza.
Le conoscenze del cielo dei Romani derivavano dall’astronomia greca ed ellenistica. Nell’antichità l’ora veniva stabilita osservando il moto apparente del Sole e delle principali stelle. I testi antichi di agricoltura descrivono i contadini intenti all’osservazione del cielo per prevedere il tempo e determinare il momento delle semine.
Sull’osservazione astronomica si fondavano inoltre le predizioni astrologiche, dalle quali alcuni imperatori, come Augusto, traevano auspici per le decisioni più importanti.
La sfera dell’Atlante Farnese costituisce la più antica rappresentazione romana del globo celeste.
Pare che l’anno, detto romuleo, del primo calendario romano fosse composto da 304 giorni, distribuiti in 10 mesi, da marzo a dicembre.
Sotto Numa Pompilio fu adottato un calendario di 355 giorni, ripartiti in 12 mesi, che prevedeva, ad anni alterni, l’intercalazione di un mese, detto mercedonio. Il calendario era diviso in periodi di 8 giorni, detti nundinae. I giorni fausti, nei quali si esercitava la giustizia e si celebravano i riti, erano distinti da quelli infausti. Veniva segnalata anche la data di fondazione di Roma, il 21 aprile.
Nel 46 avanti Cristo Giulio Cesare introdusse l’anno di 365 giorni e un quarto, ottenuto intercalando un giorno ogni 4 anni, nel mese di febbraio.
Questo calendario, rimasto in vigore fino al 1582, fu progressivamente sostituito da quello gregoriano, nel quale la durata dell’anno civile corrisponde con maggiore precisione a quella dell’anno solare.
Lo strumento più comune per stabilire l’ora, la meridiana, funziona sulla base della proiezione dell’ombra solare su linee opportunamente tracciate.
Sono giunte a noi centinaia di meridiane romane, più di due dozzine delle quali rinvenute a Pompei.
Oltre a proporre un’analisi puntuale del funzionamento e del modo di costruire le meridiane, Vitruvio trattò anche degli orologi ad acqua, o clessidre, utilizzati sia di notte che quando il cielo era coperto.
La determinazione esatta del momento della nascita assunse grande importanza dal primo secolo avanti Cristo, in seguito alla diffusione popolare dell’astrologia.