1. Strumenti per pesare
Gli strumenti per pesare rinvenuti a Pompei erano adoperati per lo svolgimento di svariate attività: se ne servivano medici, farmacisti, orafi, vasai, commercianti e venditori ambulanti.
Il diverso uso produsse una diversificazione tipologica degli strumenti. La principale differenza è tra le bilance e le stadere. Mentre le bilance erano da tempo in uso nell'area del Mediterraneo, la stadera, comparsa in Campania verso la metà del IV secolo a.C., divenne lo strumento per pesare tipico dei Romani; inoltre, i procedimenti meccanici che ne determinano il funzionamento furono oggetto di studio da parte dei maggiori scienziati dell'antichità.
Gli strumenti per pesare rinvenuti a Pompei erano adoperati da medici e farmacisti, orafi e commercianti. Molto diffuse erano le bilance a bracci uguali; tra queste, la bilancia con un piccolo peso scorrevole su metà del giogo e la bilancia pesa monete. Per le merci più voluminose si adoperavano grandi bilance in legno, con i piatti sostenuti da funi.
Mentre le bilance a bracci uguali erano da tempo in uso nel Mediterraneo, la stadèra comparve in Campania verso la metà del quarto secolo avanti Cristo, e divenne lo strumento per pesare tipico dei Romani. Fabbricate in bronzo da abili artigiani locali, le stadère erano bilance a bracci disuguali, con un peso scorrevole lungo il braccio maggiore, suddiviso in libbre e once. Talvolta presentavano ganci al posto del piatto.
I pesi, in piombo rivestito di bronzo, erano a forma di ghianda, oppure raffiguravano divinità e personaggi della famiglia imperiale. Un’iscrizione sull’asta di una stadèra indica che speciali magistrati verificavano la regolarità di pesi e strumenti.
Una variante della stadèra era la casseruola, con il peso fissato all’estremità dell’asta e il gancio di sospensione libero di muoversi.
- Provenienza: Boscoreale, Villa rustica nel fondo D'Acunzo (13/3/1903)
- Datazione: I secolo d.C.