Pur vestendo l’abito da monaco, Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) visse in stato laicale, come converso, nel monastero camaldolese di San Michele in Isola. La sua presenza nel convento è attestata dal 1409, e nei vent’anni che seguirono si distinse principalmente come cosmografo. Fu incaricato di redigere mappe topografiche – come la carta dei possedimenti del monastero camaldolese di San Michele di Leme in Istria – e di occuparsi di problemi idrografici, come la deviazione del fiume Brenta. A partire dal 1448-1449 fu impegnato nella redazione di mappamondi, e a questo periodo potrebbe risalire il disegno della mappamundi conservata nella Biblioteca Marciana.

Il mappamondo della Biblioteca Marciana è senza dubbio il suo capolavoro cosmografico. Tra il 1457 e il 1459 il re di Portogallo, Alfonso V (1432-1481), ne commissionò una copia, che fu inviata a Lisbona il 24 aprile 1459. Quella copia purtroppo è andata perduta, così come l’altra, tradotta in latino, fatta eseguire da Lorenzo il Magnifico (1449-1492) verso il 1480.

Celebrato in vita come cosmographus incomparabilis, Fra Mauro fu repentinamente dimenticato già pochi anni dopo la sua morte, avvenuta tra il 1459 e il 1464. Alla sua morte tutti i suoi scritti, disegni e mappamondi furono chiusi in una cassa depositata nel monastero camaldolese di San Giovanni Battista alla Giudecca, dove rimasero fino al 1464. Dopo questa data furono riportati nel monastero di San Michele in Isola, ma alla fine del Settecento questo prezioso materiale cartaceo era già andato del tutto disperso. Il mappamondo rimase noto semplicemente come “il mappamondo di San Michele”.