Per disegnare la rosa dei venti perfettamente orientata rispetto a un luogo si procedeva tracciando una circonferenza e infilzando al centro uno stilo gnomonico. Nel corso della giornata l’estremità dell’ombra dello gnomone arrivava a toccare la circonferenza due volte, al mattino e alla sera. Segnati quei punti di tangenza e puntato su di essi il compasso, con apertura pari alla loro rispettiva distanza, si tracciavano due archi di circonferenza, dalla cui intersezione si ricavava un terzo punto che, unito alla base dello gnomone, forniva la direzione nord-sud. Rimosso lo gnomone e puntato il compasso nei punti d’intersezione di questa linea con la circonferenza, con apertura pari alla loro reciproca distanza, si tracciavano altri due archi, dalla cui intersezione si ricavava la linea est-ovest, passante per il punto trovato e per il centro della circonferenza.
Essendo generato dall’ombra dello gnomone, il disegno ci appare rovesciato rispetto alla consueta rappresentazione dei punti cardinali: il sud è in alto e da quella direzione proviene il vento chiamato Ostro o Austro. In basso c’è il vento di Tramontana, proveniente da nord; a sinistra il vento di Levante, proveniente da est, e a destra il vento di Ponente, proveniente da ovest. Per comodità di lettura ruotiamo il disegno con il nord in alto e procediamo a tracciare i venti intermedi.
Puntando il compasso nei punti est e sud, con apertura pari alla loro reciproca distanza, si tracciano due archi dalla cui intersezione si ottiene una linea passante per il centro, che indica sulla circonferenza i venti di Scirocco, in direzione sud-est, e Maestro o Maestrale, in direzione nord-ovest. Procedendo allo stesso modo dai punti sud e ovest, si ottengono i venti di Libeccio, in direzione sud-ovest, e Greco o Grecale, in direzione nord-est. Procedendo nella suddivisione della circonferenza si tracciavano quindi i mezzi venti e le quarte di vento, che portavano la rosa ad avere trentadue punte.
Limitata agli otto venti principali, la rosa dei venti era usata in architettura per orientare gli edifici. Nell’intera conformazione a trentadue punte, associata all’ago magnetico, divenne lo strumento principale per orientarsi in mare aperto.