Il mappamondo di Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) è dipinto e istoriato con grande sfarzo di oro e azzurro, un pigmento quest’ultimo ottenuto dalla macinazione dei lapislazzuli. È dipinto su quattro fogli di pergamena assemblati insieme e incollati su tavole di legno rinforzate sul retro da tre aste trasversali. Non ha scala, né linee di direzione, né rombi, né equatore o tropici. Gli unici elementi di orientamento sono otto rose dei venti collocate ai margini della circonferenza in corrispondenza dei venti principali. L’opera sembra eseguita senza alcun metodo proiettivo, mentre è probabile che le rose dei venti tradiscano la tradizionale costruzione geometrica in uso nelle mappe nautiche. Il disegno è circoscritto da una cornice circolare dorata di 196 cm di diametro, a sua volta contenuta da una massiccia cornice quadrata, anch’essa dorata, di 223 cm di lato. Le due cornici individuano due spazi ben precisi. All’interno di quella circolare è rappresentato lo spazio ecumenico, ossia la parte conoscibile e abitabile della Terra, descritto attraverso centinaia di disegni, toponimi e legende testuali. All’esterno di essa, nei quattro angoli racchiusi dalla cornice quadrata, è rappresentato invece lo spazio cosmografico, ovvero il mondo celeste e sublunare, descritto nelle sue misure e proprietà fondamentali da sette lunghi cartigli, tre diagrammi cosmografici e la raffigurazione del paradiso terrestre. L’impianto a ruota, inscritto in un quadrato e circondato da quattro cerchi ritagliati negli angoli, richiama motivi decorativi classici e trova riscontro in miniature, xilografie e dipinti raffiguranti le arti liberali, i vizi e le virtù, i peccati, i mesi e i sette giorni della creazione.