Nel 1271, attraversando l’Adriatico e l’Egeo lungo la rotta dei pellegrini che si recavano al Santo Sepolcro, Niccolò, Matteo e Marco Polo (1254-ca. 1324) sbarcarono a San Giovanni d’Acri, allora parte del regno crociato. Da lì raggiunsero Gerusalemme per procurarsi l’olio del Santo Sepolcro e proseguire il viaggio per il Cathài con un gruppo di francescani, che però li abbandonarono quasi immediatamente. Ritornati ad Acri, s’imbarcarono per il porto di Laiazzo, da cui cavalcarono in direzione nord-est fino a raggiungere i territori della Georgia e dell’Armenia, per poi proseguire verso sud-est lungo le vie carovaniere che attraversavano la Mesopotamia, sostando a Mosùl, Tàbriz e Kermàn. Passando per Khorasàn, raggiunsero Bàlkh e il Badakhshàn, superarono l’altopiano del Pamir e il bacino del Tàrim, e toccarono Kashgàr, Yàrkand, Khotàn e Lop. Dopo aver attraversato il deserto del Gobi, giunsero alla provincia di Tangùt, l’odierna Gànsu, ai confini occidentali del Cathài, ovvero la Cina settentrionale. Seguendo l’ansa settentrionale del Fiume Giallo e poi deviando verso est, arrivarono infine a Khān Bālīq, dopo tre anni e mezzo di viaggio.
Per raggiungere il Cathai, i Polo percorsero vie carovaniere antichissime che legavano l’ecumene greco-romana alle sconfinate provincie cinesi, solcando quella che nel 1877 il geografo tedesco Fèrdinand von Richthofen (1833-1905) chiamò “via della seta”.
Il soggiorno dei Polo in Cina durò sedici anni. Sotto la tutela di Kublai (1215-1294), Marco ebbe l’opportunità di visitare numerose provincie tributarie del Gran Khan, ricevendo informazioni su molti regni del tutto sconosciuti in Occidente. Tra questi vi era Cipangu, l’odierno Giappone, che proprio in quegli anni i Mongoli tentarono più volte di conquistare, invano.