Tra il 1457 e il 1459 la corte portoghese di Alfonso V pagò al monastero di San Michele in Isola la somma di 28 ducati per una copia di un mappamondo di Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464), forse proprio quello della Biblioteca Nazionale Marciana. Questa commissione s’inserisce nelle politiche diplomatiche della corte portoghese per definire, tutelare e promuovere l’espansione lungo le coste africane. Dopo la conquista di Ceuta, in nord Africa, nel 1415, il principe Pedro d’Aviz (1392-1449) aveva cominciato a dare una dimensione politica alle prime navigazioni d’oltremare, visitando per circa dieci anni numerose corti e città europee, inclusa Venezia. Il principe Enrico (1394-1460), detto il Navigatore, aveva patrocinato i viaggi oltre capo Bojador promuovendo operazioni commerciali lungo la costa africana fino al Golfo di Guinea, il Sinus Ethiopicus di Fra Mauro. A partire dal 1450 circa, re Alfonso V (1432-1481) iniziò a curare la dimensione politica di questa espansione, attivando le relazioni diplomatiche soprattutto con la corte pontificia al fine di consolidare il proprio potere territoriale con specifiche bolle papali. Intorno al 1480, durante il regno di João II (1455-1495), navigatori come Diogo Cão (?- ca. 1486) e Bartolomeu Dias (ca. 1450-1500) raggiunsero le coste del Congo e poi, nel 1488, la punta meridionale dell’Africa, dimostrando che il continente era circumnavigabile e che l’Oceano Indiano comunicava a sud con l’Oceano Atlantico, proprio come aveva compreso Fra Mauro.