Nel 1457 il re di Portogallo Alfonso V (1432-1481) commissionò al monastero di San Michele di Murano la realizzazione di un mappamondo. Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) vi lavorò nel corso dei due anni successivi in collaborazione con Andrea Bianco (attivo ca. 1430-ca. 1464) e alcuni scrittori e pittori veneziani. Dai registri di pagamento si evince che si trattava della copia di un mappamondo e di testi preesistenti. La copia, di cui purtroppo si sono perse le tracce, fu inviata a Lisbona prima del 24 aprile 1459 a cura di un tale “messer Stefano Trevisan”, forse un senatore della Repubblica.
La commissione del mappamondo si colloca nel contesto di importanti scambi diplomatici, politici e commerciali tra il Portogallo e gli stati italiani. A partire dal 1455, Alfonso V negoziò con papa Callisto III (1378-1458) la partecipazione lusitana alla crociata per la riconquista di Costantinopoli ed ottenne importanti bolle papali che riconoscevano il primato portoghese nelle navigazioni e conquiste africane. Per incentivare i commerci, il re diede notevoli vantaggi fiscali alle compagnie italiane, ricorrendo proprio all’Italia per l’aggiornamento della cartografia nautica e cosmografica.
Nel 1460 alcuni ambasciatori portoghesi visitarono anche Firenze, dove incontrarono l’umanista-scienziato Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482), che mostrò loro un “mappamondo, grande e istoriato” posseduto dal cavaliere e bibliofilo fiorentino Francesco Castellani (ca. 1417-1494).