Il mappamondo di Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) è inscritto in un cerchio diviso in tre grandi aree geografiche: l’Europa, l’Africa e l’Asia. Questo schema compositivo richiama la forma e la funzione dei cosiddetti mappamondi a T-O che troviamo in molte opere antiche e tardo antiche, come ad esempio nelle Etymologiae di Isidoro di Siviglia (ca. 560-636). Si tratta di figure mnemoniche destinate a fissare la struttura del mondo terrestre, senza pretendere di rappresentarne fedelmente la reale estensione e forma geografica.
Il mappamondo ha un centro geometrico, che servì a tracciare la sottile linea rossa che circoscrive l’intera rappresentazione, e un centro simbolico, spostato verso ovest rispetto al primo, corrispondente alla città di Gerusalemme. Fra Mauro sostiene che se si considera la densità della popolazione, maggiore nella parte occidentale delle terre abitate, Gerusalemme si trova di fatto al centro del mondo, che qui è marcato non casualmente da una rosa dei venti simile alle otto collocate lungo la circonferenza.
Seguendo una concezione cosmografica antica, Fra Mauro raffigura lungo la circonferenza moltissime isole, che indica come terre di transizione tra il conosciuto e l’ignoto, tra le terre abitate e il grande oceano che le circonda. Oltre quel confine vi sono le tenebre che impediscono la navigazione, intrappolando le navi tra i flutti di acque dense e viscose che non lasciano via di scampo. Piuttosto che trovarsi a navigare in quelle acque, scrive Fra Mauro, “conviene morire”.