A partire dal 1450, Firenze fu il più importante centro editoriale della Geografia di Tolomeo (ca. 100-ca. 178). Il testo tradotto in latino e corredato da un planisfero, ventisei carte regionali antiche e varie tavole moderne fu copiato in numerosi codici di lusso nelle botteghe di Niccolò Germano (ca. 1420-ca. 1490) e Piero del Massaio (ca. 1420-ca. 1480). I codici erano commissionati da famiglie aristocratiche e da ordini religiosi di molte città italiane ed europee e confluirono in numerose biblioteche, che li conservarono tra i propri cimeli più preziosi.

Negli stessi anni, a Venezia, la ricezione della Geografia fu radicalmente diversa: il testo non fu copiato in codici di lusso ma fu studiato in modo critico, anche in ambienti di cultura volgare. Il cartografo Andrea Bianco (attivo ca. 1430-ca. 1464), ad esempio, riprodusse il planisfero della Geografia nel suo atlante nautico del 1436, derivandolo probabilmente dal più antico codice greco della Geografia giunto in Italia, l’Urbinate Greco 82, oggi alla Biblioteca Apostolica Vaticana, arrivato a Padova nel 1434 con l’esilio patavino del suo proprietario, il fiorentino Palla Strozzi (1372-1462). Intorno al 1450, la Geografia fu parzialmente tradotta in volgare veneto in un codice di lavoro, nel tentativo, molto innovativo, di usarla per descrivere il mondo dei moderni, più ampio di quello descritto da Tolomeo, soprattutto alle latitudini settentrionali e meridionali. Non solo lo spazio circolare dei mappamondi era inserito per la prima volta in un emisfero graduato, ma la prima proiezione di Tolomeo veniva duplicata, per includere anche l’emisfero meridionale. Le carte regionali erano invece ricostruite con una nuova impaginazione: la regione veniva localizzata con una croce su un piccolo planisfero e poi descritta dettagliatamente attraverso un testo e una mappa ingrandita, talvolta in stile nautico, nel margine inferiore della pagina. I metodi grafici e cartografici erano inoltre puntualmente spiegati in tutte le fasi esecutive.

A differenza di Firenze, che garantì la diffusione umanistica dell’antico testo, Venezia e Padova si distinsero per lo studio critico e l’utilizzo pratico delle informazioni geografiche e cartografiche di Tolomeo.