La via della seta, così definita nel XIX secolo dal geografo tedesco Ferdinand von Richtofen (1833-1905), era un insieme di itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali si snodavano nell’antichità i commerci tra l’ecumene greco-romana e il tianxia, cioè lo spazio culturale e politico di influenza cinese, con la mediazione delle popolazioni nomadi dell’Asia centrale. Circa 8000 km di vie carovaniere collegavano la Cina al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e l’Asia Minore. La seta viaggiava con altre merci preziose fino a Roma, e con le merci viaggiavano idee, religioni e conoscenze.

Le vie carovaniere si snodavano lungo due rami principali: uno settentrionale, che dall’odierna Xi’an e attraverso il Gansu raggiungeva Kashgar, per proseguire attraverso gli odierni Kazakistan, Uzbekistan e Afghanistan fino a Bagdad e al Mediterraneo; l’altro meridionale, che scendeva attraverso il Karakorum fino all’Oceano Indiano dove, via mare, le merci raggiungevano il Golfo Persico e quindi nuovamente Bagdad e il Mediterraneo.

I primi scambi commerciali tra il vicino Oriente e il Mediterraneo si svolsero sulla via reale persiana fin dal IV secolo a.C. Furono soprattutto le conquiste di Alessandro Magno (356-323 a.C.), tuttavia, a consolidare le relazioni con l’Oriente. La città più estrema del suo impero si trovava nell’odierno Tagikistan e un suo ammiraglio, Nearco, tracciò la prima rotta di navigazione dal delta dell’Indo al Golfo Persico. La successiva espansione ellenistica raggiunse il limite orientale del deserto di Taklamakan, favorendo i primi scambi culturali con le civiltà mediterranee. Nel 97 d.C. l’Impero Cinese si spinse fino all’attuale Ucraina, incontrando in quella occasione le truppe romane presenti nella terra dei Parti, a sud-est del Mar Caspio. Fu attraverso questi contatti che la seta giunse a Roma, ma furono i Bizantini, più tardi, a incentivare il commercio del prezioso tessuto, stabilendo relazioni commerciali molto solide con la Cina e aprendo nuove vie carovaniere attraverso la Crimea e il Mar Rosso per aggirare il blocco territoriale imposto dai nemici persiani.

La stabilità militare garantita dall’espansione dell’Impero Mongolo tra il 1215 e il 1360 diede nuova forza alla via della seta come canale commerciale e di comunicazione tra oriente e occidente. Missionari cristiani e mercanti, soprattutto veneziani e genovesi, la percorsero a più riprese garantendo importanti scambi diplomatici tra i pontefici, i re di Francia e gli imperatori mongoli, in particolare Kublai Khan (1215-1294) e Temür Khan (1265-1307). Marco Polo (1254-ca. 1324) fu uno dei protagonisti di questa storia e la Repubblica di Venezia era di fatto considerata la porta d’Oriente, il punto di arrivo in Europa della via della seta, il luogo più appropriato in cui poteva essere redatto un mappamondo come quello di Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464), così fortemente incentrato sui rapporti tra oriente e occidente.