Giovanni da Montecorvino (1247-1328) fu il fondatore della missione cattolica in Cina. Prese i voti in età adulta, nel 1270, presso il convento francescano di San Lorenzo a Napoli, e nel 1279 fu inviato come missionario in Armenia, in Persia e in altre regioni del Medio Oriente. Nel 1288 tornò a Roma, dove papa Niccolò IV (1227-1292), sollecitato da Kublai Khan (1215-1294) a inviare missionari cristiani presso la sua corte, lo incaricò di recarsi a Khān Bālīq per fondare delle missioni in Estremo Oriente. Partì per la Persia nel 1289 con una serie di missive destinate a vari sovrani orientali e all’imperatore Kublai Khan. Rimase in Persia fino al 1291, poi partì alla volta dell’India, dove predicò per tredici mesi, e proseguì via mare per la Cina settentrionale, dove giunse nel 1294. Arrivato a Khān Bālīq, seppe che Kublai Khan era appena morto e che il nuovo imperatore era Temür Khan (1265-1307). Entrato nelle grazie dell’imperatore, che tuttavia non si convertì al cristianesimo, Giovanni costruì due chiese cristiane a Khān Bālīq, nel 1299 e nel 1305, la seconda proprio davanti al palazzo imperiale. Insegnò il latino ai giovani di molte famiglie, anche non cristiane, e imparò la lingua uigura della classe dirigente mongola per diffondere pienamente il verbo cristiano, traducendo nel contempo, in quella stessa lingua, il Nuovo Testamento e il Libro dei Salmi, andati purtroppo perduti. Convertì circa seimila persone, incluso un re di fede nestoriana, Körgis (attivo seconda metà sec. XIII-inizio sec. XIV), ricordato anche nel Milione di Marco Polo (1254-ca. 1324). Nel 1307 papa Clemente V (ca. 1260-1314) inviò altri sette missionari francescani, che in sua vece consacrarono Giovanni arcivescovo di Khān Bālīq e sommo vescovo di tutta la Cina. Morì a Khān Bālīq nel 1328, quando Odorico da Pordenone (ca. 1280-1331) stava per raggiungere la capitale.