Il viaggio di ritorno dei Polo in Europa si svolse via mare, a bordo di giunche cinesi. Marco Polo (1254-ca. 1324) e i suoi familiari furono forse i primi occidentali a navigare da est verso ovest il Mar della Cina e a compiere un periplo completo dell’Oceano Indiano, secondo una rotta percorsa precedentemente dai mercanti arabi, persiani e cinesi. Da Zàyton, descritta da Marco come uno dei maggiori porti al mondo, veleggiarono verso sud-ovest lungo le coste cinesi, indocinesi e della penisola di Malacca. Proseguirono quindi verso Sumatra e, navigando tra le isole Nicobàre e Andamàne, raggiunsero l’odierno Sri Lanka. Costeggiarono verso nord le coste occidentali del subcontinente indiano e raggiunsero la città di Ormùz. Percorsero quindi la Mesopotamia per vie terrestri e fluviali e, attraverso l’Armenia, raggiunsero il Mar Nero. Via nave, nel 1295, giunsero infine a Venezia. Erano passati ventiquattro anni dalla loro partenza.

Nel 1298, nel corso delle annose guerre tra Venezia e Genova, Marco fu fatto prigioniero. Durante la prigionia a Genova, l’insieme delle esperienze vissute dai Polo fu raccontato da Marco al poeta arturiano Rustichello da Pisa (attivo seconda metà sec. XIII-1298). Rustichello compose in francese medievale, o lingua d’oïl, Le divisament dou monde, e cioè “La descrizione del mondo”, nota anche come Il Milione. Resa pubblica intorno al 1300, l’opera ebbe un’enorme diffusione, in molteplici redazioni, sia in latino sia in varie lingue volgari. Trasmessa da oltre 140 manoscritti, alcuni riccamente miniati, e numerose edizioni a stampa, l’opera contribuì a creare una nuova geografia dell’Asia, divenendo, fino ai nostri giorni, metafora del viaggio e della scoperta.