Cosmografia e fonti

Nei quattro angoli del mappamondo, dove figurano i diagrammi dei cieli, i quattro elementi, i circoli celesti e il paradiso terrestre miniato da Leonardo Bellini (attivo ca. 1443-ca. 1490) Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) discute lungamente in volgare veneziano alcuni temi centrali di filosofia naturale: il numero dei cieli secondo i teologi, le distanze tra i pianeti, le cause delle maree, le ragioni dell’emersione della terra dall’acqua, le dimensioni assolute e comparate dei quattro elementi, l’abitabilità della Terra e infine l’ubicazione del paradiso terrestre. Queste sette ‘rubriche’ compongono una sorta di trattato sul contesto cosmografico in cui si colloca l’ecumene, ossia la parte abitata e abitabile della Terra, distinguendo il mappamondo di Fra Mauro da tutti gli altri mappamondi medievali e contemporanei. Il mondo di Fra Mauro è una sintesi di concetti cosmologici derivati dalla filosofia naturale di Aristotele (384-322 a.C.) e dai testi astronomici di Tolomeo (ca. 100-ca. 178), riassunti e spiegati tramite interpretazioni riconducibili al De sphaera di Giovanni Sacrobosco (ca. 1195-1256) e alle opere dei principali filosofi scolastici. Adottando il volgare, Fra Mauro si rivolgeva a un pubblico di non “chierici” e non “magistri”, lo stesso uditorio al quale Dante (1265-1321), un secolo e mezzo prima, aveva destinato la sua pionieristica enciclopedia in volgare, il Convivio; uomini che, nelle parole del poeta, pur senza conoscere il latino, potevano saziare la loro “umana fame” di sapere.